Onorevoli Colleghi! - Il teatro ha, da sempre, una straordinaria funzione di educazione alla cultura, ma anche un ruolo fondamentale nella maturazione emotiva dell'individuo. È evidente, quindi, come l'inserimento delle attività teatrali nelle scuole rappresenti un passaggio fondamentale nel nostro Paese, dove spesso tale disciplina è affidata alla volontà di singoli insegnanti o presidi. Fare teatro vuol dire imparare ad esprimersi, a relazionarsi, a comunicare le proprie emozioni attraverso una forma d'arte. Tutto ciò è strettamente collegato allo sviluppo dell'intelligenza emotiva, concetto introdotto dal professor Daniel Goleman, psicologo cognitivista, consistente in una miscela equilibrata di motivazione, logica e autocontrollo, che consente, imparando a comprendere i propri sentimenti e quelli degli altri, di sviluppare una grande capacità di adattamento e di convogliare opportunamente le proprie emozioni, in modo da sfruttare i lati positivi di ogni situazione.
      L'apprendimento emotivo è diventato un elemento nuovo della nostra cultura educativa: grazie anche all'apporto di moderne discipline sociopsicologiche quali la

 

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psicologia evolutiva, la neuropsicologia e la psicolinguistica, l'intelligenza emotiva si è ampiamente inserita nel nostro bagaglio culturale, apportando conoscenze ed elementi nuovi ai fini dello sviluppo cognitivo sia del bambino che dell'adulto, risultati necessari nella prevenzione del disagio adolescenziale e adulto.
      Insegnare ai bambini e, durante la crescita, agli adolescenti e ai giovani a dare un nome e a mettere in parola la varietà dei sentimenti, a sviluppare l'autoconsapevolezza, ovvero la capacità di riconoscere, di rispettare e di gestire le proprie emozioni, a favorire l'ascolto e la comprensione dei sentimenti altrui, significa anche accrescere la capacità di stare con gli altri, di capirli e di affrontare i problemi di relazione, sapersi esprimere senza paure o imbarazzi davanti agli altri.
      Quello che si impara da bambini e da giovani, quando la capacità di apprendere è grande e la mente e l'animo sono aperti a nozioni e a modi di essere responsabili, rimane a informare di sé l'adulto.
      La presente proposta di legge viene presentata non solo perché è necessario promuovere questo tipo di apprendimento, ma perché potrebbe rappresentare la soluzione ai tanti problemi che travagliano la nostra società.
      L'analfabetismo emotivo, che si caratterizza per mancanza di consapevolezza e, quindi, di controllo e di gestione delle proprie emozioni e comportamenti, è diffuso in eguale misura nei bambini, nei giovani e negli adulti a prescindere dal loro quoziente di intelligenza, dal livello culturale raggiunto e dalla professione esercitata. L'aspetto preoccupante è che questa incapacità è la causa prima di tutti i fenomeni di devianza minorile, diffusione della droga, alcolismo, violenza nelle famiglie e formazione della psicologia criminale. Per questo, come già stanno facendo altri Paesi, è necessario istituire un nuovo insegnamento scolastico che abbia come materie le attività teatrali e l'intelligenza emotiva. La priorità data all'attività teatrale parte dalla constatazione che non si tratta di psicoanalizzare i giovani, ma di dare loro una occasione ludica, ai limiti del gioco, in cui possono apprendere nuove modalità comunicative e di auto-analisi. Il teatro, come cultura e modalità didattica, è lo strumento più efficace in tale senso. Per questo è necessario prevedere un insegnamento che coniughi, nel docente, una formazione pedagogica, umanistica e teatrale.
      L'obiettivo primario della scuola italiana è di educare il cittadino a formarsi compiutamente come persona. Oggi sono proprio le neuroscienze che sostengono la necessità di prendere molto seriamente le emozioni, e le nuove scoperte ci assicurano che se cercheremo di aumentare l'autoconsapevolezza emotiva saremo maggiormente capaci di:

          1) controllare più efficacemente i nostri sentimenti negativi;

          2) perseverare nonostante le frustrazioni;

          3) aumentare le nostre capacità di essere empatici;

          4) cooperare in modo pacifico e produttivo.

      Insomma, potremmo sperare in un futuro migliore. Per non parlare delle ricadute economiche in termini sia di prevenzione del crimine e del disagio sia di nuove opportunità di lavoro che si verrebbero a creare, venendo così incontro a quelle nuove professionalità emergenti legate alle professioni del teatro e della facilitazione sociopsicologica che oggi non trovano un soddisfacente sbocco, oltre che dell'esigenza di rilanciare un settore, quello del teatro professionistico, ancora fortemente di nicchia.
      È arrivato il momento di considerare il teatro per quello che effettivamente è e per quello che ha storicamente rappresentato: uno strumento di coinvolgimento e di formazione dell'uomo.
      Per questo, onorevoli colleghi, si è ritenuto giusto e opportuno sottoporre al vostro giudizio, raccomandandone l'approvazione in tempi solleciti, questa proposta di legge che, introducendo nelle nostre scuole l'insegnamento «attività teatrali e intelligenza emotiva», mira a formare i giovani che rappresentano il futuro della nostra società.

 

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